sabato 2 settembre 2017

RECENSIONE ANTICHI VIGNETI DI CANTALUPO

ANTICHI VIGNETI DI CANTALUPO







Carissimi Lettori oggi parliamo di Vino ,Vini raffinati ma al tempo stesso decisi e di eccellenza, parliamo degli Antichi Vigneti di Cantalupo.

Gli Antichi Vigneti di Cantalupo sono ubicati a Ghemme, nell’Alto Piemonte, una zona vocata da oltre due millenni ai vini di pregio.

Da un lato la catena delle Alpi con l’imponente massiccio del monte Rosa e la Valsesia.
Dall’altro la distesa della pianura Padana con il suo orizzonte piatto e le risaie.
Nel mezzo la morena, un affascinante triangolo di colline che tanto racchiudono in storia e patrimonio geologico.
Ed è proprio da queste colline, regno delle radici del Nebbiolo, che nasce la realtà degli Antichi Vigneti di Cantalupo. Una realtà legata all’amore per questa terra e per il suo storico vino con la piena consapevolezza delle loro grandi potenzialità.
La tenuta conta oggi 35 ettari di superficie vitata. 

La storia di Cantalupo inizia, per lo meno, due secoli fa ed è intimamente legata a Ghemme ed ai vigneti della famiglia Arlunno, la cui presenza nel comune novarese è documentata fin dall’inizio del ‘500. Gli antichi poderi vengono tramandati da una generazione all’altra insieme al rispetto per la terra ed al forte sodalizio con il vino.
Nel 1969 con il decreto di riconoscimento della Doc Ghemme inizia la svolta. Carlo Arlunno applica la sua mentalità imprenditoriale alle proprietà e in un un arco di tempo che va dal 1969 al 1984 amplia l’estensione vitata, reimpianta i vecchi vigneti e costruisce una nuova cantina.
Il 3 maggio 1977 nasce Antichi Vigneti di Cantalupo.

Nel 1983 Alberto Arlunno, da poco laureato in agraria e specializzato in viticoltura ed enologia, prende in mano le redini della giovanissima azienda. In quello stesso anno vengono messe in commercio le prime bottiglie, il Ghemme 1974; l’anno successivo tocca al Collis Breclemae 1979.
Da allora Alberto, credendo fermamente nella vocazione viticola del territorio, continua ad investire risorse nei vigneti, nelle strutture ed attrezzature di cantina e lancia Cantalupo nel panorama internazionale.



Il terreno “è un colossale campionario mineralogico della soprastante catena alpina, composto da ciottoli di granito, di porfido, di detriti di ghiaia, di schisti, micascisti, di serpentino, di sfaldature di rocce dolomitiche del Fenera, di ciottoli anfibolici” scriveva Luigi Nicolini nel 1904 sul Corriere Vinicolo di Casale.



Questa è la ricchezza del suolo di Ghemme che ha origini molto lontane nel tempo. 
Il ghiacciaio del monte Rosa, scavando la Valsesia, ha depositato, in quella che è oggi la collina di Ghemme, il suo patrimonio roccioso che è il terroir di questi antichi Nebbioli: rocce che una volta erano Africa, Europa, l’Oceano Tetide, gli strati profondi della crosta terrestre, il Supervulcano della Valsesia e parte del mantello. Un’eccezionale se non unica complessità mineralogica, matrice di finezza ed eleganza per i Nebbioli di Ghemme.
Un patrimonio riconosciuto come Global Geopark UNESCO.

LA CANTINA:

Il nucleo operativo di Cantalupo si trova in prossimità della circonvallazione di Ghemme.
Ai piedi della collina vitata un lungo portico, che circonda la costruzione in mattoni a vista, si affaccia sul grande prato che accoglie i visitatori.
Difficile immaginare che ci sia un “tesoro” nascosto all’interno della collina.
È il cuore pulsante dell’azienda, la suggestiva cantina completamente interrata. Un teatro di invecchiamento che si estende su 1.200 metri quadrati. Un’area che segue, con i suoi gradoni, l’andamento ascendente della collina sovrastante e consente l’imponente visione delle botti di affinamento.

Sotto il primo gradone giace l’infernotto, luogo buio, di profonda quiete con uno stretto corridoio su cui si affacciano le celle che ospitano per qualche anno il riposo in bottiglia dei Ghemme.





Ma ora passiamo ad analizzare nel dettaglio questi magnifici Vini che io ho avuto il piacere di provare!



CAROLUS Vino bianco

Fin dai tempi passati ogni vignaiolo ghemmese possedeva un filare o anche soltanto poche viti a bacca bianca. Äl vin biank ottenuto da queste uve rappresentava qualcosa di diverso che si accostasse ai loro grandi rossi, e serviva ad allietare i momenti felici delle feste in famiglia. Cantalupo ha voluto tenere fede a questa tradizione dei suoi antenati: un bianco da una terra da rossi.
Dal nome latino di San Carlo Borromeo che transitò lungo la strada per Arona su cui si affacciano i vigneti. Carolus, anche in onore di papà Carlo che nel 1992, anno delle prima vendemmia del bianco, ha festeggiato i suoi primi 80 anni. Vino fresco dal colore giallo dorato si apre in un piacevolissimo profumo floreale. Il gusto si rivela rotondo con un’aromatica fruttuosità.

Va servito ad una temperatura di 12°C è molto gradevole come aperitivo, si accompagna a piatti di pesce e carni bianche. 13,5% Vol.
Io l'ho abbinato ad una buonissima pasta : Calamarata Gigante con sughetto allo scoglio, un buon connubio, Carolus esaltava il sapore del sughetto .











Collis Breclemae Ghemme docg

Il Collis Breclemae, vino simbolo dell’azienda, nasce nel 1979. In esso Cantalupo vuole esprimere le grandi potenzialità che fin dall’antichità appartengono ai Nebbioli. Cantalupo coltiva questo nebbiolo nelle aree più storiche del vigneto.
Di colore rosso rubino-granato ha un profumo avvolgente con note di liquirizia, frutti rossi di sottobosco, sentori di viola. Al gusto si avverte una persistente sapidità e un’elegante sensazione di pienezza impreziosita da tannini morbidi che si armonizzano nella sua vibrante struttura.
Va servito a 18°C  e si accompagna a piatti di carne, cacciagione, nonché formaggi saporiti. Va servito in ampi calici avendo cura di una buona ossigenazione. Vol. 13,5%

Io l'ho abbinato alle pappardelle con il ragù di cinghiale fatto con le mie mani , e l'abbinamento è perfetto, essendo un vino deciso e di carattere il connubio con la cacciagione lo rendeva speciale. Il suo sapore è persistente e gustoso io adoro il sentore di viola che lo impreziosisce rendendolo davvero speciale!!






Il mimo Colline Novaresi doc Nebbiolo

La prima annata che vede in bottiglia questo rosato dagli accattivanti giovanissimi profumi è il 1992. L’inconfondibile maschera da mimo accompagna così, da più di vent’anni, le calde giornate estive sprigionando freschezza ed allegria. Il contatto bucce-mosto di poche ore conduce ad una vera scoperta della versione rosata di quel sorprendente vitigno che è il Nebbiolo.
Trae il nome da una stupenda maschera teatrale da mimo, del periodo della Roma Imperiale, rinvenuta ai piedi della collina di Ghemme. Un reperto assai raro e di notevole importanza concettuale per il Piemonte e per Ghemme, capitale viticola delle Colline Novaresi, perché il teatro era sacro a Bacco, il dio del vino. Vino dalla delicata e suggestiva tonalità cromatica, ottiene dal Nebbiolo avvincenti profumi sfoderando suggestioni di lampone, fragola, ribes.
Si accosta piacevolmente agli antipasti, primi piatti, al pesce ed alla carne bianca. 13,5% Vol.




I VITIGNI CANTALUPO

Vi ho fatto conoscere sopra alcuni vini degli Antichi Vigneti di Cantalupo ma ovviamente l'azienda produce anche altri vini e di grande parlicolarità e pregio. li potete vedere tutti nel loro sito: http://www.cantalupo.net/vini_tax/vini/

Il nome di Cantalupo è indubbiamente legato alla produzione di vini rossi ed in particolare al Ghemme.
Il Nebbiolo, il più nobile vitigno piemontese, chiamato localmente Spanna, costituisce l’80% dell’estensione vitata. Ad affiancarlo l’autoctona Vespolina e l’Uva Rara (Bonarda Novarese). Per l’unico vino bianco prodotto sono presenti Greco di Ghemme, Arneis e Chardonnay.
Alle vigne, indipendentemente dalla destinazione delle uve, sono dedicate cure costanti con l’obiettivo di interagire al meglio nei rapporti tra piante, microclima e suolo, in modo da stimolare le migliori condizioni di sviluppo e maturazione dei grappoli senza dimenticare il rispetto dell’ambiente.
Tutte le principali operazioni colturali (potatura, legatura, sfogliatura, diradamento dei grappoli) vengono eseguite manualmente. Anche la vendemmia viene fatta a mano, in tempi diversi per ogni appezzamento e tipo di vitigno affinché sia garantito un grado di maturazione ottimale delle uve.
Durante la raccolta i grappoli vengono sottoposti ad una severa selezione. Diraspatura e pigiatura soffice conducono le uve verso la cantina di vinificazione per iniziare il loro percorso in funzione della tipologia a cui sono destinate e della potenzialità che esse posseggono.




Sono molto felice e soddisfatta di questa bellissima collaborazione, appena possibile vorrei visitare di persona la Tenuta e poter conoscere di persona colui che ha creato questa meraviglia.

Per ogni info:


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